Particolare tecnica audio a 360°: parliamo dei suoni 8D, diventati virali in questi giorni sui social media.
I suoni 8D, solo se ascoltati rigorosamente attraverso gli auricolari, e possibilmente tenendo gli occhi chiusi, sono in grado di trasmettere la sensazione di ritrovarsi completamente immersi in un suono che sembra multidimensionale.
Ma prima di approfondire il loro funzionamento, ascoltiamone un paio insieme (ricordate di indossare gli auricolari).
I suoni 8D sono basati su una “manipolazione di fase”, che impedisce al cervello di identificare da dove provenga esattamente il suono. Grazie al lavoro di mix che si realizza per generare l’8D, la mente umana entra in un ambiente di suoni che vanno e vengono. Ciò genera una sensazione di spazialità che amplifica ancor di più quella vissuta con il suono stereo. Così la musica non rimane più circoscritta a due fonti sonore (lato destro e sinistro), ma diventa uno spazio virtuale di forma sferica. Ed in questa dimensione si possono apprezzare stimoli che sembrano provenire da diverse angolazioni.
La tecnica 8D non nasce oggi, seppur si sia particolarmente diffusa solo in questi ultimi giorni, complice forse il periodo di quarantena da Coronavirus e l’amplificazione dei social media (in primis Facebook, Twitter e Whatsapp). Il creatore del suono a “8D” fu, infatti, il matematico inglese Michael Gerzon, che nei primi anni ’70 scoprì qualcosa di davvero incredibile. Il suo tentativo di dare al suono una caratteristica “sferica” era però 50 anni avanti rispetto agli altri, per questo motivo le sue scoperte non furono allora particolarmente apprezzate dai suoi contemporanei.
Nel gergo, i professionisti del settore preferiscono non parlare di suono “8D” (considerando che il nostro mondo è composto solo da 3 dimensioni fisiche), al contrario, preferiscono più correttamente utilizzare il termine “musica a 360°”. La dicitura “8D” sembra più una trovata commerciale introdotta dal marketing.
A prescindere da come la vogliamo chiamare, si tratta di una grande potenzialità che sfrutta l’udito: unico, dei 5 sensi, ad essere veramente a 360°. Mentre, infatti, gli occhi non ci permettono di vedere a 360°, le nostre orecchie possono farci percepire suoni dietro di noi senza necessariamente doverci girare.
Molto probabilmente la tecnica del suono 8D non sostituirà il modo in cui oggi ascoltiamo la musica. Il concetto di stereo dunque non scomparirà. Nel prossimo futuro, ci si può aspettare che sempre più artisti registreranno i propri brani in questo modo, magari in parallelo alle tracce stereo o come traccia singola o bonus. Questa tecnologia sarà presumibilmente sempre più utilizzata in installazioni sonore, presentazioni, luoghi di ritrovo ed incontri virtuali.
Il fenomeno è oggi sulla bocca di tutti. Anche di aziende come Durex che non ha perso occasione per fare “real time marketing” pubblicando un simpatico post su Facebook.
E voi, quali vi aspettate che saranno le implicazioni lato marketing?
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