Negli Usa i tweet saranno inclusi nel bacino del pubblico della tv. E c’è ormai chi segue i programmi solo per partecipare al dibattito in Rete. In Italia invece?
Benigni come Garibaldi, l’eroe capace di conquistare spazi apparentemente lontani. La più bella del mondo, così si intitolava lo speciale sulla Costituzione che ha preparato per Rai1, è stato un record in tv e su Internet. Benigni è stato seguito da due italiani su cinque in tv e 26mila spettatori sul Web. L’ utenza de La più bella del mondo è più grande di quella raggiunta da X Factor. La finale del talent è stata commentata da 20mila persone.
Al telespettatore medio piace allargare il piccolo schermo anche senza un’adeguata stimolazione. Lo speciale di Benigni non prevedeva un momento o una grafica riconducibile a Twitter. Le regole, spesso, non servono. L’utente decide da solo come seguire un appuntamento tv. Il confronto tra i candidati del centro-sinistra organizzato da SkyTg24 è esistito, su Internet, ignorando l’ hashtag ufficiale proposto dalla pay tv.
La tv italiana, secondo David Ghirardello (fondatore di Tveet Meter, una piattaforma di analisi e monitoraggio delle social activity relative ai programmi tv), ha incontrato i social network a Sanremo.“Durante la settimana del festival 2012″, racconta Ghirardello: “sono stati generati un milione di tweet. Un precedente analogo è avvenuto con Fiorello e il suo #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend”. Questo traffico serve per scoprire una serie di dati non contemplati dall’auditel. “Attraverso Twitter possiamo capire, per esempio, l’attesa che il pubblico matura su un determinato programma”.
I dati tv disegnati dai social network potrebbero modificare il mercato tv e Web. Decisiva, a tal proposito sarà la collaborazione che Nielsen ha stretto con Twitter. “Grazie anche alle informazioni che emergeranno da questa partnership, spiega il fondatore di Tveet Meter, si potrà capire come ottimizzare le attività digital del prossimo futuro”.
“Twitter – evidenza Ghirardello – ha saputo interpretare le esigenze dell’utente. Attraverso questo social network passano il quasi il 90% delle interazioni generate della visione di programmi tv. Negli Stati Uniti, da due anni, aziende e network provano a trovare una soluzione propria sulla social tv. L’eccessiva frammentazione ha svantaggiato tutti. Twitter, in questo contesto, ha saputo imporsi su un mercato parcellizzato adattandosi perfettamente alle necessità dello spettatore attivo”.
La community tv di Twitter si basa, paradossalmente, sulle persone prive di caratteristiche proprie. Il social network è il simbolo della nuova tv, quella basata sull’assenza. Aumenta il pubblico che segue un programma solo per essere parte delle interazioni Web generate dalla tv. Queste relazioni sono delle radici. Tra non molto daranno vita a nuovo prodotto video.
[via Twitter e Auditel tv, si incontrano due mondi – Wired.it]
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